venerdì 3 giugno 2011

Il mare non va bene.

Perché la sabbia si infila dappertutto, la gente tira fuori il peggio di sé, c'è troppo sole, si rischia perfino di abbronzarsi. Come dei Michael Jackson alla rovescia.

Ma tutto qui. Non è che il mare non vada bene anche per altri motivi. Vi diranno, con occhi indignati, che il mare non va bene perché votare è un diritto, sì, ma è anche un dovere. Rispolverano la cara vecchia categoria del diritto-dovere.

Il motivo è che in Italia non c'è una religione civile, sospetto. A doverla costruire, per di più con gli sforzi provenienti da un'unica parte, ci si deve rifugiare nelle categorie che incutono timore, anche se non significano nulla.

Va da sé che non sia un dovere. Un dovere è un comportamento o un'azione che si è tenuti ad adottare a favore della società, delle istituzioni, dell'ordinamento legislativo (a differenza dell'obbligo, i cui "intestatari" sono specifiche persone e non la collettività nel suo insieme). Parte fondamentale del dovere è la sanzione prevista in caso di un suo mancato rispetto, tanto da costituirne un elemento fondativo. Non può essere questo il caso: ho un (spero falso, visto l'abominio in questione) vago ricordo, quando ero piccolo, di una proposta che era circolata, al primo manifestarsi di un astensionismo rilevante in Italia, presi dalla paura che si finisse come in America, di limitare in qualche modo il diritto di voto attivo di chi per un certo numero di elezioni non lo avesse esercitato. Ovviamente un Paese civile non approverebbe mai una simile norma.

Forse meno immediato è il concetto che il diritto di voto non possa essere un dovere. Quello che consideriamo il sistema desiderabile per antonomasia, la democrazia (continuiamo a chiamarla democrazia, fingendo che la sua desiderabilità non stia nel fatto che si tratti di una democrazia liberale), è il sistema che ha permesso ai cittadini di essere titolari, intestatari, della sovranità, e in quanto tali titolari anche del diritto, salvo rare eccezioni e limitazioni, di esercitarla. Il cittadino può concorrere all'esercizio del potere, attraverso diritti di elettorato passivo e attivo. Ma, appunto, di possibilità si tratta. I sistemi in cui la partecipazione dei cittadini è pretesa sono o sistemi arcaici (la democrazia greca) oppure sistemi alquanto...sinistri? La partecipazione di massa e obbligatoria è una caratteristica fondamentale del fascismo e del nazismo, ad esempio. Tutti cooptati.

Volete per forza uno slogan facile e accattivante? Una frase da Bacio che sostituisca la stupida "Votare è un diritto ma anche un dovere"? Provate a usare questa: "il diritto di voto è un diritto fondamentale tanto quanto il diritto di non voto". Suona peggio? Almeno è sensata.

mercoledì 1 giugno 2011

Controprove.

E' decisamente un mondo in cui vale la pena vivere, quello in cui anche gente del genere riesce ad uscirsene con un paio di gran canzoni.