mercoledì 30 marzo 2011

Vasco ma che stai a canta'? / 5

"i giorni pirotecnici i manganelli telescopici sulle nostre vetrine interiori tipo protette da infami barriere architettoniche"

Vasco Brondi nella canzone "Produzioni seriali di cieli stellati"

martedì 29 marzo 2011

Il sonno della ragione non genera solo Borghezi.

Immagino che chi abbia seguito, anche saltuariamente, questo blog o il mio account su Twitter si sia accorto che su Vendola ho il dente avvelenato. Gli ultimi post dovrebbero aver chiarito che sono un grande fan della rubrica di Cerasa sul Foglio "Nichi ma che stai a di'?". Una rubrica di rara efficacia (non l'ho seguita con rigore giornaliero ma solo in un'occasione finora non mi sono trovato d'accordo - era qualcosa sull'euromediterraneo), di piacevoli leggerezza e semplicità, che ha in sé qualcosa dell'Aikido (usare i movimenti della mossa dell'avversario per rivoltarla contro se stessa, ed annullarla) e una spruzzata di maieutica socratica (lavora non tanto sull'affermazione-imposizione delle tue idee-posizioni ma sfrutta le affermazioni del dialogante, lavora su di queste, per aiutarlo a capire - e cercare di capire qualcosa tu stesso, nell'operazione). Fatto sta che le favole su una presunta nuova retorica politica, sognante e ispiratrice, sul ritorno della politica alle idee, ai valori, alla cultura e all'etica, ecc. ecc. ne escono a pezzi, senza il bisogno di grandi analisi -che possono essere rivolte ad oggetti più meritevoli- ma ridicolizzate dalle affermazioni che di queste favole dovrebbero essere invece la prova provata.

Si potrebbe obiettare che il giochino di estrapolare brevi frasi o spezzoni da libri, interviste, interventi completi lascia il fianco ad accuse di manipolazione e malafede; e che una coerenza e lucidità a tempo pieno non si possono pretendere nemmeno da un guru, da un maestro, da un profeta. Si tratta però di obiezioni molto fragili, dato che le citazioni non sono trabocchetti da fuori-onda o battute occasionali ma sono per la maggior parte tratte da quei testi, da quei libri e da questi discorsi che della presunta epica vendoliana dovrebbero rappresentare i libri sacri, o i decaloghi.

Poi ci sono puntate della rubrica come quella odierna. "A Sarajevo, dopo la guerra, una delle cose che mi sconvolse di più è che avevano tagliato tutti gli alberi perché servivano a scaldarsi". Sono i momenti in cui capisci che ci si può fare una risata, su queste cose. Che si può essere catturati dal senso di ridicolezza che la rubrica ricrea. Ma è possibile che arrivi, tra qualche mese, tra qualche anno, il momento in cui molti, migliaia, milioni, vedano in Vendola l'unica speranza, il salvatore, il sole dell'avvenire, e si battano perché possa vincere le elezioni. Politica economica, politica sociale, politica culturale, politica estera affidati a Vendola. Ad uno che a Sarajevo dopo la guerra si fa colpire dagli alberi tagliati. No, no, diciamolo come sa sbottare solo il cantante degli Offlaga Disco Pax: GLI ALBERI TAGLIATI. Ora: svuotare la mente, ripensare a questa prospettiva, rabbrividire ad libitum.


(parentesi di aneddoti personali. Ho conosciuto una volta, per poco tempo, qualche settimana, una persona deliziosa. Non l'avrei mai immaginato prima - una di quelle cose che scopri solo durante, o anche dopo. Purtroppo. Era stata una volta a Sarajevo - aveva un genitore croato. L'avevano colpita, in particolare, i segni delle pallottole ancora conficcate un po' ovunque, nei muri dei palazzi del centro. Ho un amico adesso a Sarajevo - quasi quasi come souvenir gli chiedo di tagliare e portarmi un albero della città.)

Vasco ma che stai a canta'? / 4

"metteremo dei letti dappertutto dei materassi sporchi volanti"

Vasco Brondi nella canzone "Quando tornerai dall'estero".

lunedì 28 marzo 2011

Vasco ma che stai a canta'? / 3

"il ronzio del lavoro di tutti dei nostri tribunali aperti tutte le notti dei processi di tre anni sui letti dell'ikea distrutti"

Vasco Brondi nella canzone "Una guerra fredda"

domenica 27 marzo 2011

Vasco ma che stai a canta'? / 2

"tanto nei telegiornali troveranno altri sinonimi e astronavi o transatlantici dei finanzieri dormitori in fondo al mare per tutti gli altri"

Vasco Brondi nella canzone "Le ragazze kamikaze"

sabato 26 marzo 2011

Vasco ma che stai a canta'? / 1

"chiudi lo scrigno dei tumori e dei tuoi quaranta cuori circondati di marciapiedi e di quartieri industriali"

Vasco Brondi nella canzone "Stagnola".

Per tutti quelli che...

...sì, la Turchia in Europa, e poi cosa?!

Pur con il problema della presunta (effettiva?) reislamicizzazione della scena politica e del quadro istituzionale - con le annesse accuse di censura, misure repressive e intimidazioni della stampa e della cultura, raccontate per esempio oggi sul Foglio (un po' sbrigativamente, a dire il vero) - la Turchia sta diventando una volta di più l'argine ultimo contro una folla di barbari vocianti, riottosi, violenti, con malcelati intenti di saccheggio, guidati da capi con un filo di bava alla bocca e bene attenti a tenere un controllo demagogico sulla propria tribù. La Francia.

(Lungi da me sottovalutare i rischi di un revival islamista sulla società, ma non può forse essere che questa fase - esecrabile, certo - sia il diretto effetto di una laicità che è durata a lungo, ma che non poteva essere eterna, fondata com'era su fragili basi, sull'aver reso intoccabile e mitologico il lascito di Ataturk, sull'aver così deliberatamente infognato quello che poteva essere un brillante inizio - da cementare, sviluppare, migliorare - prendendolo per un glorioso punto di arrivo? Non è che forse un dibattito sul ruolo dell'Islam in una società sinceramente democratica è necessario - certo, certo, inquadrato in un contesto di garanzie maggiori rispetto a quelle attuali - e che forse va messo in preventivo che il risultato possa essere una laicità meno muscolare?)

sabato 12 marzo 2011

In questo momento medesimo.

Anche se impossibilitato ad essere con voi, causa salute cagionevole, sappiate che sono con voi, in piazza, nelle strade, a manifestare per la Costituzione, per l'istruzione pubblica, per l'istruzione pudìca, per l'indignazione, per la magistratura, per la fritura (de pès), per le torte di limone fatte come una volta, per il cavolo cappuccio.

Oh, se ci fossi, che slogan accattivante avrei trovato, per la difesa del cavolo cappuccio.

Ma non temete, vi seguirò orgoglioso da Rai News. Resisterò fino all'ultimo, fino allo stremo - che immagino coinciderà con l'intervento di Fo, se la volta scorsa mi ha insegnato qualcosa.

(come si fa a non trovare adorabile delle gente che si è scelta come slogan un non-sense logico? Partecipazione ed ardore fin oltre il senso del ridicolo).