sabato 25 settembre 2010

Strategie.


Mi chiedo se qualcuno si chieda come tiro avanti in questo periodo. E' una cosa in fondo risaputa che ho bisogno di aggrapparmi ad un certo numero di cose, più di altri; e non è che sia rimasto molto adatto allo scopo ultimamente.

Beh, faccio come ho sempre fatto, solo con maggiore consapevolezza. Coi feticci; sempre avuti, e sempre stato capace di farmene di nuovi. Ora succede anche che alcuni tornino dal passato.

Uno dei crinali di differenziazione più resistente, e più ripido, nel mondo contemporaneo, è quello che separa gruppi di persone con diverso grado di accesso alle reti di comunicazione e informazione. Un certo numero di linee, come isobare, dall'andamento geografico molto più imprevedibile di quanto si possa immaginare. Sufficiente, per lo meno, a rendere estremamente friabili le dicotomie classiche -nord/sud, occidente/resto del mondo. Ho sempre avuto il difetto di ritrovarmi invischiato in luoghi non troppo favorevoli, da questo punto di vista. Giusto oggi ho riacciuffato la possibilità di guardare La7 -già sono tagliato fuori da Sky, vuoi mai che rimanga lontano dal quarto polo, vista la penuria. La conquista maggiore è il ritorno di Lilli Gruber. Lilli Gruber è un grande feticcio, di quelli che valgono per tre o quattro normali. C'era Lilli, con il muro, e pazienza se non ho dell'evento ricordi diretti, anzi, ancora meglio: è come fosse mitologia. Votato Lilli, in una delle primissime occasioni in cui ho avuto modo di farlo: erano le europee, e giusto i mesi in cui stavo abbandonando le posizioni più estremiste, scambiando il radicalismo con il liberalismo, il massimalismo con il riformismo. Giusto il momento in cui mi sono accampato attorno i Ds, prima di passare oltre, verso lo Sdi. Lei e Costa, quella volta. Mi è sempre piaciuta molto anche fisicamente, Lilli: un archetipo così valido delle donne che mi hanno sempre attratto, con la loro forte carica di fascino, ma talmente atipica da non essere per nulla universalmente riconosciuta, e che si manifesta sempre per vie traverse e molto tortuose. E poi è arrivata ad Otto e Mezzo, e anche quello lì era sempre stato un feticcio. La trasmissione, ma anche il suo ideatore -si perde il conto delle occasioni in cui ho trovato le sue posizioni insostenibili, e le argomentazioni a sostenerle ridicole, ma gira gira va sempre a finire che ogni sua iniziativa editoriale merita di essere seguita. Delizioso il suo fiuto per la spalla da scegliersi -anche lì, Luca Sofri, il feticcio dei feticci, ma durante quell'edizione, La7 non avevo modo di vederla.

E' tornata Lilli e anche questa è una cosa a cui aggrapparsi. E no, non desisto solo perché non sei più rossa, e perché per questo nuovo incontro hai invitato Scalfari: resisto anche a questo.

(A proposito di feticci: preso la raccolta di saggi "Cambiare idea" di Zadie Smith. Uno è sull'enorme carisma di Obama, pare; un altro su quanto David Foster Wallace fosse uno scrittore fenomenale. Ecco, qui dei limiti ce li ho: mi sa che non riesci a convincermi in nessuno dei due casi.)

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