martedì 24 maggio 2011

Relazioni internazionali for dummies/1

A chi fosse un principiante, a voler fare i brillanti si può descrivere la materia di studi "relazioni internazionali" come un campo sterminato, a perdita d'occhio, delle teorie più balzane e disparate, allineate secondo il principio "tu provaci" (la presunta scientificità è infatti al massimo una vaga aspirazione; per riuscire in qualche modo ad arrivare a un sistema che permetta di spiegare contemporaneamente più di un fenomeno, o di azzeccare qualche previsione, l'unico metodo possibile -il metodo effettivamente usato, oggi- consiste nell'avanzare un numero sterminato di teorie, che finiscano per comprendere se non tutte le possibilità del reale -impossibile, si penserà- la maggior parte di esse. Questa applicazione alla buona dell'idea "tanti pesci nel mare" è conveniente per tutti: il pesciolino fortunato nel caso in questione ottiene una discreta fama, chi ha toppato non si vede presentare nessun conto -a patto di non uscirsene con il motto più stupido di sempre, come Fukuyama- la disciplina, presso l'opinione pubblica, non perde parte del suo credito, già giocato tutto in precedenza). Dicevamo: un campo sterminato delle teorie più disparate e spesso balzane, che si estende tra le fila ordinate di frasi memorabili pronunciate da personaggi destinati a essere eterni o a essere dimenticati il giorno seguente, al di là di quella frase. Frasi perfette, cinematografiche. Dignitose. Eroiche. Pop. Ironiche dell'ironia più raffinata. Sarcastiche del sarcasmo più affilato. Troppo stupide o goffe per essere vere. Definitive. Lo sappiamo tutti, in questo campo, che l'unico vero guadagno è una batteria infallibile di citazioni e aneddoti, da giocarsi nelle discussioni e negli aperitivi.

Oggi Netanyahu se n'è uscito con una frase del genere. Inesorabile e teatrale. Perfetta nel riassumere gli ultimi fastidi israeliani. Con la più bella goccia di risentimento distillato che abbia mai letto nero su bianco.

"Mr. President, you don't need to do nation building in Israel. We're already built."

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