domenica 30 maggio 2010

Cercare in un passero su un ramo lo spunto per la rivoluzione



Certe volte viene da credere che non esista, il libero arbitrio. Perché, se ieri dovevo scegliere tra X ed Y, non è che avessi davvero la possibilità di scegliere Y, se poi si è verificato X. Era impossibile che si verificasse Y e la prova è che effettivamente Y non si è verificato, in quello che per noi comuni mortali (noi che di fisica ne capiamo ben poco, e certo non le cose scoperte dal padre del leader degli Eels) è l'unico universo, l'unica realtà esistente. Per noi che negli universi alternativi, o paralleli, non ci crediamo (ok, è arrivato Lost nel frattempo, ad incasinare le nostre convinzioni). Gli eventi accadono per necessità, determinati da una massa di variabili così estesa ed intricata, che non ci è dato ricostruire, per ora, con i nostri limiti. I segni ci sono, anche se non riusciamo a leggerli.

Per esempio, ce n'erano, di segnali, che gli equilibri dello sviluppo si sarebbero riaggiustati, nel mondo, e che Paesi emergenti sarebbero arrivati a sembrare (ed essere, anche se per il momento solo in parte) attori fondamentali sullo "scacchiere internazionale". Prendete i BRIC, per esempio. Va bene, la definizione non è nata in ambito accademico, ha un uso più che altro giornalistico e sensazionalistico e i tentativi di farla passare per una specie di organizzazione, e non di un gruppo eterogeneo la cui coordinazione e cooperazione è sempre occasionale, eventuale, non istituzionalizzata, è puerile. In più la Russia non è che c'entri molto, con gli altri. Va bene allora, BIC. Ecco, prendiamo i BIC. Che avrebbero avuto un futuro radioso, doveva essere capito almeno dai primi anni '90. Street Fighter: Blanka e Dhalsim i personaggi più interessanti, Chun Li una gnocca pazzesca. Eh, i segnali...

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