giovedì 27 maggio 2010

Così battezzo anche Twitter


Ok, ammetto di non essere molto imparziale sul tema. Perché della Corea del Sud sono, come si direbbe in inglese, un big fan. Un po' perché, davvero, al mondo non esiste un'area interessante quanto l'Asia orientale e diciamocelo, di avere una passione per il Giappone son capaci tutti, soprattutto se fai parte di una generazione che è cresciuta a suon di anime, è impazzita per Mai dire Banzai, si è potuta godere il periodo d'oro di Kitano (e di Miike, e di Sono...) e il boom dei locali di sushi nelle città (e Padova non scherza, in questo). E la Cina è per yuppies che si fanno trascinare dalla corrente, almeno per il momento. La Corea invece è perfetta, per fare gli snob. Un po', anche, perché mi ricorda, per mille piccole coincidenze (che probabilmente mi costruisco io), la mia adorata Germania: alcune dinamiche sociali ed elementi caratteriali diffusi, alcune somiglianze nell'industrializzazione e nell'economia, alcune coincidenze storiche, il paese diviso, ecc ecc.

Aggiungiamo, visto che ci siamo, che Kim Ki-Duk, il mio regista preferito, ha girato un numero variabile di film che stazionano periodicamente nella mia decina di film preferiti (stabilmente almeno tre: L'Isola, Ferro3, La Samaritana)e che sono coreani pure due dei migliori fumetti che abbia mai letto (Il Grande Catsby, soprattutto, e I Fiori del Male) ed una delle serie tv demenziali più riuscite (Franceska). La ciliegina sulla torta: trovo geniale l'idea di avere una rete nazionale satellitare, in lingua inglese, che faccia una promozione del Paese a tutto tondo, dal punto di vista turistico, certamente, ma anche culturale, sociale, politico, con programmi di approfondimento precisi e professionali, documentari coinvolgenti, lezioni di lingua coreana molto divertenti ed amenità varie (non mancano ovviamente badilate di K-Pop mielenso e i tornei di videogiochi vari).

Comunque, morale della favola: avete bisogno di un'idea semplice, economica e di facile realizzazione per una salsa da abbinare a piatti di carne o verdura spadellati? Ecco la soluzione, direttamente dalla rete Arirang. Tritate finemente una quantità a piacere di cipollotti e spicchi d'aglio (più avrete la pazienza di essere minuziosi, nella dimensione del trito, meglio verrà la salsa). Scaldate sul fondo di una padella un filo d'olio (avvertenza: se non l'avete già fatto, abbandonate per sempre il falso mito che la cucina italiana sia la migliore cucina del mondo. Fandonie che ci raccontiamo per avere almeno qualcosa di cui vantarci. Il mondo è pieno di ottime cucine nazionali, di cui è impossibile fare una classifica oggettiva di qualità. Mai provato a considerare il Sud-Est asiatico, il Sud America, l'Europa centro-settentrionale, per esempio? Quindi, come primo atto liberatorio da questa schiavitù mentale, ripetete cento volte che l'olio extravergine d'oliva non è il miglior olio del mondo. Esistono molti altri tipi di ottimo olio, ognuno più adatto per determinati scopi. Questa volta usate un olio di semi, preferibilmente di girasole), e fate appassire nella padella i cipollotti e l'aglio -senza fretta e a fuoco lento. Raggiunto il punto di cottura desiderato, aggiungete salsa di soia (del tipo giapponese -salato, per intenderci), miele (chiaro) e zucchero, regolando anche in questo caso le quantità secondo il vostro gusto. Fate continuare la cottura, se necessario, fino ad ottenere una consistenza vischiosa. La salsa è pronta: versatela nella padella con gli ingredienti principali del piatto, mescolate, e lasciate insaporire qualche minuto prima di servire.

(Questo post dato che la mia blogger preferita latita dal web -o parla di argomenti esiziali- e con lei la rubrica Giovedì gnocchi. Potrei farne una rubrica anch'io: "L'etnico fatto in casa - se la Lega fa chiudere il tuo kebabaro di fiducia")

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