sabato 3 luglio 2010

La fede è un piatto da servire freddo


Funziona così: il cult movie (cult movie in potenza, ma non ancora in atto) esce, non è che sbanchi il botteghino o chissà cosa, anzi muove queste prime mosse in sordina, ma sapete come va, le voci girano e la gente mormora e piano, come un diesel, va a finire che quel film si scava una nicchia nella memoria del pubblico, lancia espressioni o parole che possono perfino approdare al vocabolario, forgia l'immaginario comune.

Per esempio, con la fede va a finire così. Buio, buio, buio, poi arriva una luce -l'illuminazione- e sono balzi e capriole (credete forse che dovrei farne anch'io, di capriole simili, solo perché mi sta venendo una panza à la Belushi?) e gospel cantati tra folle deliranti. Arriva la luce, è un accecamento improvviso, e chi si ricorda più dei decenni di buio precedenti? Dove sono ora i giornali di partito, i giornali-partito, che non criticano un simile atteggiamento condonistico? Basta una simile ubriacatura e ci scordiamo le liste di peccati originali?

No, no, di una fede così il mondo dovrebbe saperne fare a meno. Io, nel mio piccolo, ci riesco. Non che rifiuti la fede del tutto, è che non è possibile vivere questa cosa con un po' di ragionevolezza in più, con calma e pacatezza? Quella luce è da sempre dentro di me, l'ammirazione, l'aspirazione, la devozione per un simile popolo eletto, caparbio e tenace, affidabile e puntuale. La fede non è proprio qualche mossa circense, delle urla ispirate, e sperare che questo basti, e si sia apposto così. E' riconoscere il valore, collocarlo nel giusto luogo, capire ciò che manca, a noi, per raggiungere quel livello, per essere degni della rivelazione, e colmare la distanza a passi ostinati. Da parte mia, oggi assisterò alla funzione con una gran calma dentro, godendomi la tranquillità zen di un simile rapporto con la fede, conscio del fatto che sempre giusta è la strada tracciata dalla forza, e non avrebbe senso un'inversione di marcia alla prima curva.

(ed ora, cancellate tutto. Perché più forte della fede in una nazione è la fede nell'uomo. Nel profeta riconosciuto, che miracoli ha compiuto lungo tutta la fascia di Galilea, per mostrarci la verità, affinché l'imprimessimo nelle nostre menti e ne conservassimo il ricordo, dopo la sua ascesa alla mediana. E se segna lui, al diavolo la pacatezza, butto giù la casa -che per l'occasione non è nemmeno la mia, troppa fortuna.)

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