mercoledì 4 novembre 2009

Fuck off, E.T.! We want Howard!

Al momento, saldamente in testa alla mia classifica personale "Grandi occasioni perse nella musica" c'è la canzone Extraterrestre di Finardi. Un testo splendido, della musica potenzialmente piacevole, un'esecuzione ed un arrangiamento (almeno nella versione di studio, non ho mai ascoltato versioni live) disastrosi, che in più punti cadono inesorabilmente nel ridicolo.

2 commenti:

  1. Anche a me quella canzone non ha mai convinto appieno. Anche se non ha mai dato particolare idea di esecuzione o arrangiamentod disastrosi. Nella mia personale opinione la colpa più grave di extraterrestre è che non tira fuori la parte migliore di Finardi, che è la voce: provate a sentire su youtube l'esecuzione da lui fatta di "verranno a chiederti del nostro amore" da fazio e rimarrete di sasso. Extraterrestre quasi la canterei quasi meglio io, non so se è un problema proprio di melodia scarsa che non mette in risalto la voce o come dici tu di sua esecuzione non eccelsa, fatto sta che mi pare quelle poche volte che l'ho sentita in versione live (su youtube credo se ne recuperino parecchie) non cambia granchè.

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  2. Io, per il giudizio, mi baso su questa versione. http://www.youtube.com/watch?v=3TTCzJZwV6U
    Allora, volendo farle le pulci. Fino al secondo 28, per dire, l'inizio manca un po' di verve, è un po' scialbo, ma comunque ci può stare, non è nemmeno da buttare. Poi la musica migliora, prende corpo, ed un po' di colore. Ed attacca la voce, troppo impalpabile per tutta la canzone, come mi pare di aver capito credi anche tu. La voce, soprattutto in certi versi, passa veloce, quasi a cascata, sempre più veloce fino all'inizio del verso successivo. Ed i versi si affastellano. Una cosa che non mi entusiasma e che secondo me riesce a venire davvero bene solo alle voci femminili. Ed una linea che non è adatta a questa canzone, in cui il testo dovrebbe essere invece ben scandito. Però vabbé, non è una scelta completamente esecrabile, a parte per come gli escono certe parole ("passare", "coosa", "sviluppare", "nascosto", in pratica tutte le parole sputate fuori in modo concitato). Il ritornello è la parte più riuscita della canzone, e guarda caso, è la parte in cui i versi sono più "ariosi", nel modo in cui vengono cantati. E poi c'è quel "pigliare", che è dal punto di vista letterario qualcosa di perfetto. Perché il rischio, per un testo ed un tema del genere, è passare per artefatti, costruiti, poco reali, poco "pesanti". Pigliare è una parola dalla concretezza attanagliante, e dà tutto un altro peso al testo. Non sto a fare l'intellettuale, con testo, ma parlo di qualcosa che mi invade la testa, mi opprime lo stomaco, sembra voler dire. Lasciamo senza commento l'intermezzo musicale tra la fine del ritornello e il ricominciare del cantato, per pietà, non per altro. Poi si riprende, con i stessi difetti di prima, ma ancora con qualche trovata letteraria piacevolmente sorprendente ("c'era più viola del normale"..."ma nell'aria un buon sapore"). La parte successiva alla ripetizione del ritornello è decisamente migliore (merito del basso, il miglior strumento di sempre). "Che le sue paure non se ne sono andate, anzi che sono aumentate" è cantata ed interpretata in modo tremendo. E poi, attorno ai 4.20, bum, il vuoto. C'è una sola cosa, in quel minuto e passa che rimane, che abbia un minimo di senso, di buon gusto, di piacevolezza?

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